Vinci - Guida Turistica

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.: VINCI
 Vinci è un comune di 14.308 abitanti della provincia di Firenze. Sorge nel cuore della Toscana, sulle pendici del Montalbano, massiccio collinare ricchissimo di vigneti e oliveti e di caratteristici muri di pietre a secco. Il paesaggio è tra i più suggestivi della Toscana.
 Vinci fu la città natale di Leonardo da Vinci, e qui sorge il Museo Ideale a lui dedicato. Vi hanno inoltre sede la Biblioteca Leonardiana, centro internazionale di studi leonardiani, e il Museo Leonardiano (visitato ogni anno da oltre 110 mila persone), di proprietà comunale che raccoglie un vasto assortimento di modelli delle invenzioni leonardiane.
 L'Amministrazione Comunale, ogni mese di aprile, organizza, all'interno della Bibioteca Leonardiana, una "Lettura Vinciana", dissertazione di argomento leonardiano divenuta celebre tra gli studiosi di tutto il mondo.
.: STORIA
 Immersa in una campagna verdissima, tra vigne ed oliveti che regalano ottimo vino e olio pregiato, Vinci è situata sulle pendici del Montalbano, incantevole massiccio collinare tra le province di Firenze e Pistoia, e dunque nel cuore della Toscana, a breve distanza dalle maggiori città d’arte della regione (Firenze, Pisa, Pistoia, Lucca e Siena).
 Il castello di Vinci venne fondato dai Conti Guidi attorno all’anno Mille; il nucleo originario del castello è costituito dalla torre, risalente alla prima metà del secolo XII. Vinci passò sotto la giurisdizione del comune di Firenze nella seconda metà del secolo XIII. Fu venduto, insieme agli altri castelli del Valdarno inferiore, nel 1254; dopo la battaglia di Montaperti (1260) i conti Guidi si impadronirono di nuovo dei castelli venduti, compreso Vinci, ma nel 1273 li rivendettero definitivamente al comune di Firenze. Salvo un tentativo di ribellione perpetrato al tempo delle guerre contro Castruccio Castracani da alcune casate feudali minori della zona, di cui furono capofila i Da Anchiano, la pacifica accettazione dell’egemonia fiorentina costituisce una delle costanti più significative nelle plurisecolari vicende storico-amministrative di Vinci. La rocca, già baluardo del potere comitale, divenne sede del rappresentante in loco della città Dominante. In seguito nella rocca sarà ricavata l’abitazione del podestà, ufficiale fiorentino, e la sala per le riunioni dei consigli comunitativi.
 Vinci fu quindi, a partire dal secolo XIII, aggregata al contado di Firenze, a quella parte di territorio, cioè, dove più antico e diretto era il dominio della città e che fino alla fine del secolo XVIII conserverà notevoli differenze giuridiche e politiche rispetto al distretto, che invece era la parte di territorio di acquisizione più recente. Il contado di Firenze coincideva quasi del tutto con il territorio delle diocesi di Firenze e Fiesole e pertanto proprio in questa zona costituiva un’enclave, incuneandosi nella diocesi di Pistoia con Vinci e in quella di Lucca con Cerreto Guidi.
 Il territorio di Vinci era basato su un’organizzazione in popoli e pivieri; le Rationes decimarum del 1274-80 e del 1296-97, cioè i ruoli delle Decime ecclesiastiche che ogni parrocchia o popolo era tenuto a pagare alla santa Sede, ci descrivono il castello di Vinci come coincidente con il popolo di santa Croce a Vinci, che insieme ai popoli rurali di santa Maria a Faltognano, san Pietro a Vitolini, san Donato in Greti, sant’Jacopo a Vallebretta, e san Michele Allianella (Dianella) costituiva il piviere di san Giovanni in Greti o sant’Ansano, della diocesi di Pistoia. I popoli della pianura sottostante, come san Bartolomeo a Sovigliana, santa Maria a Petroio e santa Maria a Pagnana Mina (oggi Spicchio) che in seguito saranno amministrativamente integrati al territorio di Vinci erano allora suffraganei della pieve di sant’Andrea a Empoli, e come questa compresi nella diocesi di Firenze, benchè separati dalla chiesa principale dal fiume Arno, allora privo di ponti. Si può presumere che in origine non vi fosse differenza di organizzazione tra un popolo e l’altro, ma almeno a partire dalla seconda metà del ‘200 alcune località del contado fiorentino, tra cui Vinci, cominciano ad essere definite nei documenti con la qualifica di comune, indice del fatto che avevano acquisito un’organizzazione interna più complessa, che prevedeva organismi rappresentativi e magistrature di governo locale.